“Se ogni
Sardo venisse a sapere quello che lo Stato sta facendo contro il Popolo Sardo,
la Sardegna potrebbe diventare una polveriera” anticipa con
intento giacobino, sui social network, il deputato sardo Pdl Mauro Pili, a qualche
ora dall’aut aut al partito in cui dichiara perentoriamente il proprio passaggio
all'opposizione in Parlamento se entro 30 giorni non ci sarà la revoca della
convenzione con la Tirrenia e l'attuazione del decreto sull'insularitá.
La richiesta è rivolta direttamente al Capo dello
Stato e al Presidente del Consiglio. In ballo c'è anche l'attuazione del
decreto attuativo per il riequilibrio insulare della Sardegna. Qui le parole
del Presidente del movimento Unidos:
“I Sardi, secondo lo Stato, devono pagare molto più dei non residenti per viaggiare con la Tirrenia. Una discriminazione razziale degna di uno Stato coloniale che sta attuando verso la Sardegna una strisciante secessione al contrario. Tutto ciò con la complicità di troppi e il silenzio di altrettanti. La convenzione con la Tirrenia deve essere revocata immediatamente per “supremo interesse pubblico”. E il Capo dello Stato non può più stare a pontificare, deve esercitare tutto il suo potere per evitare che la Sardegna diventi una polveriera. In pericolo sarà messa l’unità nazionale se i sardi reagiranno come devono a questa ingiustizia senza precedenti. Il Popolo Sardo dinanzi a queste violente discriminazioni deve reagire senza se e senza ma, senza bandiere e colori politici. Aver previsto che per due terzi dell’anno i cittadini sardi in alcune rotte ( le più importanti ) siano costretti a pagare più dei cittadini residenti dall’altra parte dell’Italia è un’offesa grave e inaudita. Ed è gravissimo che non sia mai stato approvato il decreto attuativo per riequilibrio del divario insulare previsto con l’art.22 della legge delega del 2009 sul federalismo fiscale. E’ una palese violazione costituzionale che mira a cancellare la specialità della Sardegna e a mantenere inalterati i divari insulari che mettono in ginocchio l’economia dell’isola e creano ogni giorno di più migliaia di disoccupati”.
Lo ha detto stamane Mauro Pili, dando il via, insieme a numerosi amministratori giunti stamane da tutta l’isola nella centrale piazza Yenne a Cagliari, ad una grande mobilitazione popolare che punta a raccogliere in un mese 100.000 firme per chiedere al Capo dello Stato e al Presidente del Consiglio due provvedimenti fondamentali per il futuro della Sardegna: la revoca della convenzione della Tirrenia per violazione del “supremo interesse pubblico” e l’adozione del decreto attuativo per il riequilibrio insulare della Sardegna. Nel corso della mobilitazione sono in programma 100 incontri pubblici in tutti i centri dell’isola per un’azione capillare in grado di raccogliere le adesioni del maggior numero dei sardi.
“Per quanto mi riguarda sono pronto a tutto, - ha detto Pili - per contrastare in tutti i modi Stato e Governo che continuano a discriminare la Sardegna. Non è sufficiente opporsi e votare contro in Parlamento, bisogna che sia il Popolo Sardo a mobilitarsi con una ribellione senza precedenti. Se lo Stato e il Governo sono sordi, noi dobbiamo trovare il modo per farci sentire in tutti i modi. Al Capo dello Stato chiediamo di intervenire per eliminare queste gravi discriminazioni contro il popolo sardo e al Governo chiediamo non tavoli e riunioni ma decisioni concrete entro trenta giorni. Per quanto mi riguarda non avallerò un giorno di più maggioranze e appartenenze nazionali se non arriveranno risposte concrete per la Sardegna”.
“I sardi costretti a pagare molto di più dei non residenti. Sulla Olbia- Genova si consuma il più grande imbroglio della storia autonomistica ai danni della Sardegna e dei Sardi. I sardi con Tirrenia, secondo la convenzione, pagano 22 euro in più a tratta per la “media stagione” e 32 euro in più per l’alta stagione. Prigionieri in casa nostra con una tariffa che ci punisce per essere sardi, e per essere residenti nella nostra terra. Tutto questo è semplicemente scandaloso. E’ un sequestro di persona con tanto di estorsione. Si ledono i diritti elementari del cittadino e si minano i diritti costituzionali. Occorre una reazione forte senza precedenti. Se lo Stato non cancellerà questa gravissima discriminazione non ci resta che passare alle vie di fatto. Ricorso immediato alla Corte di giustizia europea e a tutti gli organismi internazionali che possano intervenire su una discriminazione senza precedenti nei confronti del Popolo Sardo. Per quanto mi riguarda questa convenzione nata a cavallo tra i governi di centro sinistra e centro destra deve essere revocata perché è un oltraggio al buon senso e al diritto. Oggi che l’atto notarile, invece, riporta la firma in calce a quell’atto tutto è certificato. Si tratta di un atteggiamento grave e doloso, perché nonostante la denuncia di allora, non è stato fatto niente per evitare tutto questo”.
“Basta con tardive e inefficaci trattative con Tirrenia. In base all’art.15 della convenzione la stessa deve essere revocata immediatamente - sostiene Pili. L’unica strada possibile è quella della revoca della convenzione proprio per i contenuti lesivi dell’interesse pubblico, discriminatori nei confronti del popolo sardo e soprattutto gravissimo limite alla crescita e allo sviluppo economico dell’isola”.
“Allo stesso tempo il governo deve varare con urgenza un decreto per il riequilibrio insulare della Sardegna. E’ previsto dalla legge delega sul federalismo fiscale e non possiamo aspettare oltre. In questi ultimi quindici anni la Sardegna è stata discriminata con cifre irrisorie sul piano infrastrutturale. Basti solo un esempio un cittadino della Calabria ha avuto una quota procapite di infrastrutture pari a 23.000 euro, un cittadino sardo appena 3.400 euro. Il problema non sono i soldi ma la discriminatoria ripartizione dei fondi a scapito della Sardegna. Abbiamo predisposto un piano preciso e puntuale che presenteremo nei prossimi giorni, lo abbiamo presentato alla camera dei deputati. Quella proposta di legge che prevede investimenti di riequilibrio di 2 miliardi all’anno per dieci anni, la zona franca, l’imposizione dell’onere del servizio pubblico su trasporti aerei e marittimi, merci e passeggeri, per l’energia, dai carburanti all’elettrico, con interventi di riequilibrio nei settori produttivi, dall’agricoltura all’agropastorizia deve diventare – ha detto Pili - decreto entro un mese oppure io vado all’opposizione, con tutto quello che ne consegue”.
ciò che leggo è assurdo. non conosco a fondo il tama. ritengo tuttavia che queste condizioni sono inaccettabili. dove si può firmare? ma soprattutto bisogna dare voce a questa vicenda. sarei grato alle autorità regionali e nazionali se esprimessero il loro parere sul tema. perchè non si parla affatto del problema?
RispondiEliminaGentile Sig. Armando, qualora si trovasse in Sardegna e fosse iscritto ai social network, può, con estrema facilità contattare la pagina del movimento "Unidos" più vicina a lei. La raccolta firme non è uno strumento politico, è, anzi un atto trans partitico a vantaggio di tutti i sardi che dovrebbero, a mio parere, sfruttare questa grande opportunità di farsi sentire adempiendo semplicemente ad un gesto di semplice responsabilità civica ma di grande, grandissimo impatto in questo momento.
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