Duecento anni e non dimostrarli.
Per augurare un buon compleanno alla cara Biancaneve ci si aspetterebbe che
bimbi, e non più bimbi, di tutto il mondo si diano appuntamento all’eden
surreale di Disneyland, dato che il papà del cinema d’animazione diede tanta
fiducia alla leggiadra fanciulla tedesca da ipotecare la propria casa per
reperire i finanziamenti necessari alla realizzazione della pellicola
“Biancaneve e i Sette Nani”, la quale costò ben un milione e mezzo di dollari e
che i critici definirono un’ autentica pazzia. I tempi dichiararono il
contrario e oggi, per tutto il 2013, nei luoghi della beniamina dei bimbi dalle
gote rubiconde è fitto il calendario delle celebrazioni solenni in onore
dell’opera favolistica, tradotta in 170 lingue, dei fratelli tedeschi Jacob e
Wilhelm Grimm, linguisti e filologi,
ricordati anche come i “padri fondatori” della germanistica. Assieme a
Biancaneve compiono duecento anni anche le altre creature dei prolifici e
fantasiosi fratelli: Cenerentola, la Bella Addormentata, Cappuccetto Rosso,
così come i musicanti di Brema, il principe ranocchio, Hansel e Gretel, il
pifferaio di Hamelin, Raperonzolo, il Gatto con gli stivali, i Tre Porcellini e
Pollicino. La dolce e suggestiva la
“Strada delle fiabe”, che si snoda per oltre 600 chilometri , da
Hanau a Brema, passando per Kassel, racconterà le fiabe e la vita dei fratelli
Grimm. In molte località lungo il tragitto verranno organizzati concerti e
rappresentazioni teatrali in castelli e fortezze, feste nei villaggi, festival
all’aperto. Dal prossimo aprile, inoltre, un congresso con oltre 250 studiosi
da tutto il mondo si riunirà all’Università di Kassel per discutere il tema
“Fiabe, miti e modernità”. Le fiabe facevano parte da molto tempo della
tradizione orale e della narrativa popolare tedesche ma i fratelli Grimm ebbero
l’intuizione di scriverle, annotarle e raccoglierle accuratamente. Intuizione
talmente geniale che nel 2005 l’Unesco ha deciso di ascrivere la raccolta di
fiabe nel “Registro della Memoria del Mondo”. Grande fu l’impegno dei due
tedeschi nell’estrarre pazientemente storielle e aneddoti dalla memoria
popolare; una delle maggiori collaboratrici fu l’anziana Dorothea Viehmann, che
dalla più tenera età ascoltava nell’osteria dei genitori i racconti degli
operai di passaggio, degli artigiani e dei viaggiatori. Oggi, generazione dopo
generazione, i brani e stralci delle fiabe raccolte
dai Fratelli Grimm sono presenti in quasi tutti i libri di testo per la scuola
primaria esercitando, incuranti del tempo che passa, il fascino sempiterno del
bene che trionfa sul male con l’endorsement di cavalieri senza macchia,
antagonisti che fanno il diavolo nel canneto ma poi tornano a casa con le pive
nel sacco, tutti immortalati da una narrazione raffinata dell’eterno desiderio
umano di un ritorno alle emozioni più profonde e pure.
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