Esattamente cinquantasei anni fa
la televisione arrivava a Cagliari introducendo una solenne pagina della
preistoria televisiva sarda. Era il capodanno del 1957 e già da tre anni i
sardi attendevano su cinema in domu
che nella Penisola qualcuno aveva già. “Lascia o raddoppia” di Mike Bongiorno e
“Il Musichiere” di Mario Riva divengono padroni incontrastati del giovedì e del
sabato sera anche in terra sarda, e oltre a divenire clamoroso fenomeno di
costume incidono pesantemente sulla vita quotidiana, tanto che persino le
organizzazioni politiche devono stabilire priorità e appuntamenti che non si
accavallino col palinsesto della Rai. Nel 1953 avvengono le prove ufficiali del
grande evento proiettate presso l’Astra
Supercinema di via Roma e annunciate trionfalmente da “L’Unione Sarda”.
L’operazione non è altro che una proiezione pilota dedicata alle prime riprese
a circuito chiuso, ovvero la televisione sperimentale all’interno degli studi. “Signore
e signori vi trasmettiamo dagli studi di via Asiago”, è un boato di giubilo che
accoglie, anche da Cagliari, il saluto di Nicoletta Orsomando, destinata a
entrare garbatamente nelle famiglia degli italiani dalla scatola magica.
L’appuntamento quotidiano con le serate relax televisive inizia invece il 3
gennaio 1954 con “L’osteria della posta” di Carlo Goldoni. A seguire la
commedia sono 24 mila abbonati, gran parte sono i bar del Paese perché la tv domestica
è ancora ben al di là dal divenire consuetudine. I sardi non possono che leggere
le mirabilia del tubo catodico perché di fatto ancora il trasmettitore non c’è.
Ci pensano però i coniugi Lina e Ivo Mazzei, titolari del Teatro Massimo che
col patrocinio de “L’Unione Sarda” che si fanno promotori del “Veglionissimo
Stampa - Tv” a metà febbraio del ’56, durante il quale dei cameramen
appositamente chiamati da Milano riprendono i protagonisti dell’incontro. I
momenti più suggestivi sono i balli accompagnati dall’orchestra di Lino Girau e
di Prospero Artizzu. Quando il Presidente Antonio Segni porge il saluto di fine
anno 1956 la tv è invece già una realtà, nel capoluogo sardo e non solo: “ 200
mila gli spettatori raccolti in Sardegna attorno agli apparecchi degli
appartamenti privati e dei locali pubblici” dirà Vittorino Fiori. Se Carosello diviene l’inno dei bambini, gli
adulti sono invece ipnotizzati dalle accoppiate comiche: Raimondo Vianello e
Ugo Tognazzi, Chiari e Campanini, Totò e Peppino De Filippo che talvolta è
sostituito dal nostro Gianni Agus, gli ascolti sono trionfali. Il primo film
visto dagli cagliaritani, ricorda il cronista Giuseppe Podda, è “La valigia dei
sogni”, firmato da un esordiente destinato a glorie future, tale Luigi
Comencini. L’opera è composta da frammenti di cinema muto e dei primordi del
sonoro, alcune parti di “Cenere” in cui Eleonora Duse interpreta il best seller
di Grazia Deledda, alcune sezioni di “Assunta Spina” con Francesca Bertini e
qualche scena di “La canzone dell’amore” dalla novella di Pirandello. A dare un
accento di leggerezza al calderone sono le comiche di Ridolini e Polidor. Ai
Cagliaritani non passa inosservata la scarsa qualità del prodotto targato
Comencini il quale custodisca da tempo la sua opera nel cassetto, nell’attesa
di un esercente che accetti di programmarlo. E’ un indignato lettore
cagliaritano de “l’Unione Sarda”, Romolo Sanna, a dar voce al disappunto dei
telespettatori vergando risoluto: “Il film stava addirittura al di sotto del
limite di normale decenza. Come per gli avvenimenti sportivi che vengono
ignorati e non ripresi in diretta, anche qui è una questione di quattrini. Se
la Rai vuole raggiungere l’accordo con i noleggiatori, deve convenire sulla
necessità di pagare i film per quel che valgono, né può decentemente eludere il
problema acquistando la robaccia invenduta e invendibile. Prenda esempio dai responsabili
delle cineteche. Noleggiando vecchi film del passato che, al di là del valore
storico, hanno requisiti artistici e spettacolari a volte neanche sfiorati
dalla produzione moderna”. La lettera del cagliaritano arriva al presidente
della Rai, Ettore Bernabei, che ringrazia prontamente lo spettatore sardo e
incarica i programmisti di scegliere meglio i vecchi film, malgrado la scelta
sia piuttosto limitata, infatti la legge prevede che siano trasmessi soltanto i
film molto datati per non sovrapporsi alle programmazioni delle sale
cinematografiche. E’ così che in omaggio alla Sardegna viene mandata in onda
una rassegna sulle più celebri interpretazioni di Amedeo Nazzari. Altri tempi,
oggi il telespettatore contrariato viene puntualmente invitato dai vertici ad
esercitare la sua sovranità attraverso lo scettro del telecomando, fortuna che
si può ricorrere alla giustizia privata del web, o in alternativa, con una
bella corsa al parco.
Nessun commento:
Posta un commento