domenica 11 agosto 2013

STORIA DELLA TELEVISIONE SARDA. LA PRIMA TV A CAGLIARI

Esattamente cinquantasei anni fa la televisione arrivava a Cagliari introducendo una solenne pagina della preistoria televisiva sarda. Era il capodanno del 1957 e già da tre anni i sardi attendevano su cinema in domu che nella Penisola qualcuno aveva già. “Lascia o raddoppia” di Mike Bongiorno e “Il Musichiere” di Mario Riva divengono padroni incontrastati del giovedì e del sabato sera anche in terra sarda, e oltre a divenire clamoroso fenomeno di costume incidono pesantemente sulla vita quotidiana, tanto che persino le organizzazioni politiche devono stabilire priorità e appuntamenti che non si accavallino col palinsesto della Rai. Nel 1953 avvengono le prove ufficiali del grande evento proiettate  presso l’Astra Supercinema di via Roma e annunciate trionfalmente da “L’Unione Sarda”. L’operazione non è altro che una proiezione pilota dedicata alle prime riprese a circuito chiuso, ovvero la televisione sperimentale all’interno degli studi. “Signore e signori vi trasmettiamo dagli studi di via Asiago”, è un boato di giubilo che accoglie, anche da Cagliari, il saluto di Nicoletta Orsomando, destinata a entrare garbatamente nelle famiglia degli italiani dalla scatola magica. L’appuntamento quotidiano con le serate relax televisive inizia invece il 3 gennaio 1954 con “L’osteria della posta” di Carlo Goldoni. A seguire la commedia sono 24 mila abbonati, gran parte sono i bar del Paese perché la tv domestica è ancora ben al di là dal divenire consuetudine. I sardi non possono che leggere le mirabilia del tubo catodico perché di fatto ancora il trasmettitore non c’è. Ci pensano però i coniugi Lina e Ivo Mazzei, titolari del Teatro Massimo che col patrocinio de “L’Unione Sarda” che si fanno promotori del “Veglionissimo Stampa - Tv” a metà febbraio del ’56, durante il quale dei cameramen appositamente chiamati da Milano riprendono i protagonisti dell’incontro. I momenti più suggestivi sono i balli accompagnati dall’orchestra di Lino Girau e di Prospero Artizzu. Quando il Presidente Antonio Segni porge il saluto di fine anno 1956 la tv è invece già una realtà, nel capoluogo sardo e non solo: “ 200 mila gli spettatori raccolti in Sardegna attorno agli apparecchi degli appartamenti privati e dei locali pubblici” dirà Vittorino Fiori.  Se Carosello diviene l’inno dei bambini, gli adulti sono invece ipnotizzati dalle accoppiate comiche: Raimondo Vianello e Ugo Tognazzi, Chiari e Campanini, Totò e Peppino De Filippo che talvolta è sostituito dal nostro Gianni Agus, gli ascolti sono trionfali. Il primo film visto dagli cagliaritani, ricorda il cronista Giuseppe Podda, è “La valigia dei sogni”, firmato da un esordiente destinato a glorie future, tale Luigi Comencini. L’opera è composta da frammenti di cinema muto e dei primordi del sonoro, alcune parti di “Cenere” in cui Eleonora Duse interpreta il best seller di Grazia Deledda, alcune sezioni di “Assunta Spina” con Francesca Bertini e qualche scena di “La canzone dell’amore” dalla novella di Pirandello. A dare un accento di leggerezza al calderone sono le comiche di Ridolini e Polidor. Ai Cagliaritani non passa inosservata la scarsa qualità del prodotto targato Comencini il quale custodisca da tempo la sua opera nel cassetto, nell’attesa di un esercente che accetti di programmarlo. E’ un indignato lettore cagliaritano de “l’Unione Sarda”, Romolo Sanna, a dar voce al disappunto dei telespettatori vergando risoluto: “Il film stava addirittura al di sotto del limite di normale decenza. Come per gli avvenimenti sportivi che vengono ignorati e non ripresi in diretta, anche qui è una questione di quattrini. Se la Rai vuole raggiungere l’accordo con i noleggiatori, deve convenire sulla necessità di pagare i film per quel che valgono, né può decentemente eludere il problema acquistando la robaccia invenduta e invendibile. Prenda esempio dai responsabili delle cineteche. Noleggiando vecchi film del passato che, al di là del valore storico, hanno requisiti artistici e spettacolari a volte neanche sfiorati dalla produzione moderna”. La lettera del cagliaritano arriva al presidente della Rai, Ettore Bernabei, che ringrazia prontamente lo spettatore sardo e incarica i programmisti di scegliere meglio i vecchi film, malgrado la scelta sia piuttosto limitata, infatti la legge prevede che siano trasmessi soltanto i film molto datati per non sovrapporsi alle programmazioni delle sale cinematografiche. E’ così che in omaggio alla Sardegna viene mandata in onda una rassegna sulle più celebri interpretazioni di Amedeo Nazzari. Altri tempi, oggi il telespettatore contrariato viene puntualmente invitato dai vertici ad esercitare la sua sovranità attraverso lo scettro del telecomando, fortuna che si può ricorrere alla giustizia privata del web, o in alternativa, con una bella corsa al parco. 

Nessun commento:

Posta un commento