sabato 20 luglio 2013

PARLI MALE DELLA CHIESA? AJO' CHE TI CI PAGHI LE BOLLETTE

Due cosette le potrò pur dire come Teologa della comunicazione? Sì, e ho tutta l’intenzione di farlo se pur di gettare badilate di letame contro la Chiesa i radical chic pluralblablabla  diventano pure…udite udite…omofobi.
Ma si sa il letame è un ottimo concime e mi va di farci germogliare sopra un bel po’ di semini per puntini sulle “i”.
Il numero dell’Espresso in edicola questa settimana crea uno stato di coma etilico immediato per la quantità di informazioni. Tutta roba sistematicamente smentita con precise e dettagliatissime argomentazioni dalla sala stampa vaticana poiché riconosciute “inattendibili”.
Ma continuiamo a concimare: il sollazzo estivo dell’Espresso è screditare Mons. Battista Ricca, che in quanto nunzio è un diplomatico e se fosse un diplomatico dello stato italiano i nostri articolistelli avrebbero bel più di una conseguenza rognosetta sul groppone, infatti un dossier sulla privacy di un cittadino di qualsiasi Stato secolarizzato Occidentale riconoscerebbe, a ragione, come seria lesione della libertà della persona, come pure fa notare Ferrara su Il Foglio ancora fresco di stampa. Per stare in ambito legalista (giudiziario è un termine ancora da meritare in simili contesti), non stavamo forse lottando a suon di cannonate arcobaleno contro le mura di cinta di oltraggiosi (?) atteggiamenti omofobi ad ogni angolo di strada? Allora? Per la Chiesa, ammesso e non concesso che le accuse siano fondate, evidentemente tutto ciò non è applicabile.
E NOTA BENE che stiamo parlando di pure illazioni.  
Per Ernesto Galli della Loggia è necessario dire sul Corsera, e per noi, leggerlo e ricordarlo che quell’espressione, lobby gay, fu tollerata in bocca al Papa, ma sarebbe osteggiata come prova di intolleranza omofoba in qualunque altra bocca, in qualunque altro contesto. Se si dicesse che il made in Italy della moda milanese è governato da una lobby gay, l’Espresso verserebbe, e con lui gli altri giornali di un mondo beatamente secolarizzato, quintali di inchiostro per stigmatizzare il mal detto.
Che dire ai principi dell’inchiostro arcobaleno che scrive a tratti come le penne difettose?

Auguri e figli gay. L’unico modo certo di far estinguere il pericolo della trasmissione genetica dell’ipocrisia.


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