Talvolta il passo dall’ideale
all’ideologia è brevissimo. Ci si rende conto in particolar modo osservando
quello iato prodigioso che sicuramente si crea quando all’orizzonte politico si
profila con maggior nitore l’obiettivo elettorale. Allora si acuisce l’aspetto
filantropico di tanti esponenti attivi, specie dell’ultimo’ora, quelli tanto
velleitari quanto poco pragmatici, quelli che minimizzano il passato
trascurando che l’escamotage
culturale è una cartuccia che, più o meno insistentemente, hanno giocato tutti
in passato, e in un passato abbastanza recente. Da attori culturali, in qualità
di Insegnanti, ma prima ancor da Ricercatori storico scientifici ci appassiona
sondare quale sia il mood reale degli
operatori culturali Sardi circa lo scenario politico di questi giorni. Il
nostro piccolo sondaggio - limitato al solo ambito culturale, quello che ci
compete - conferma quanto è sotto gli
occhi di tutti l’interesse dell’on. di Unidos Mauro Pili.
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«Mauro Pili ha un dono particolare nel riuscire ad
unificare quella che noi chiamiamo Cultura di Destra e cultura di Sinistra»,
questa è l’opinione di I. Z. neo laureato in lettere, tessera PD che si dice
colpito da alcuni incontri pubblici di Pili durante i quali il deputato di
Unidos «è riuscito a citare con ferree argomentazioni sia Lussu che Gramsci.
Vorrei vedere quanti dall’altra parte, che poi è la mia e mi piange il cuore a
dirlo, dimostrerebbero tanta apertura di vedute».
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«Mauro Pili meriterebbe un monumento: è riuscito a
restituire Grazia Deledda agli Italiani! - dichiara un gruppo di bibliotecarie
del capoluogo – ci ha colpito il suo modo di dare nuovo nerbo alle istanze
tradizionali della nostra cultura, quali patria, religione, famiglia, in una parola
il suo modo di ricordare le imprese capitali della Brigata Sassari. Dovete
sapere che come operatori culturali veniamo spesso scippati da personaggi in
vista che fagocitano i nostri progetti battezzandoli come propri. Questo non va
bene. Ciò che ci piace di Pili è che non ha una posizione pregiudiziale e sotto
il profilo culturale sa capire cosa è bene, sia che si tratti di contenuti e
figure che la consuetudine sarda vuole di Destra o di Sinistra».
Ben due punti nevralgici sono
stati toccati dagli intervistati: la cultura non è di Destra e non è di
Sinistra e la triste moda basso culturale che si delinea ultimamente: quella di
fare dell’ironia attorno all’eroicità delle azioni dei Sassarini.
La cultura non è di Destra, la
cultura non è di Sinistra, questo è ciò che dimostra nei fatti l’impegno
culturale, non esattamente da ascriversi a mirabolanti disegni elettorali
dell’ultim’ ora, del deputato Unidos. Unidos: uniti nell’intendersi parte unita di un
unico progetto, anzitutto culturale. Al di là dell’uso residuale, da un punto
di vista politico di basso profilo, che si può fare di una simile dicotomia
culturale, da sempre considerata da Pili più ideologica che reale, occorre una volta per tutte osservare che chi
cerca di attaccare con l’arma spuntata del sarcasmo i valori identitari di un
popolo per crearne di altri sta ipotecando il futuro di una generazione
soltanto nel tentativo di far passare inosservata la propria inattitudine alla
pratica della res publica, vuole
dissimulare goffamente la propria mancanza di formazione ad un passo
dall’analfabetismo civico di ritorno. È cosa recente, infatti, il proliferare
di una moda basso culturale che sbeffeggia in mille modi il valore identitario
di Dio, Patria e Famiglia. Ci chiediamo, con preoccupazione crescente, perché?
Perché riescono meglio alcune boutade estemporanee? Forse perchè si crede che svuotando la mente
dei giovani da valori solidi è più facile riempirla di segatura facilmente
manipolabile all’uopo? È giusto, ci chiediamo, essiccare in un popolo
l’attaccamento alle proprie eroiche origini cercando di convincerlo che i
giovani soldati della Brigata Sassari versarono inutilmente il proprio sangue
come dei burattini acefali? Non è questo il luogo per approfondire il maldestro
uso delle categorie storiche che sfociano in vergognosi giudizi anacronistici
di chi professa l’esistenza di una cultura tassativamente bipolare, creando, o cercando di creare, di fatto, una
virtuale scissione tra autori e tradizioni di pensiero che non necessariamente
dicono quanto viene strumentalmente divulgato.
La questione è questa: il tema
identitario è affare serio sebbene venga ciclicamente sfruttato a scopo
personalistico, per smerciare libercoli di scarsa attendibilità storica, o a
scopo politico, da velleitari di ultima genitura, e si sa, i figli dell’amore
troppo maturo danno spesso i loro dolorosi problemi.
Ilaria Muggianu Scano - Mario Fadda
Ilaria Muggianu Scano - Mario Fadda